Lunedì 23 ottobre nella splendida cornice del Teatro Accademico di Castelfranco si è tenuta la cerimonia di consegna di numerosi riconoscimenti assegnati dal Coni. Tra i premiati c’era anche il Calcio S. Croce, rappresentato dal presidente Fabio Mariotto, che ha ricevuto la Stella d’argento al merito sportivo, che riconosce e attesta più di 60 anni di impegno sportivo ed educativo.
Ha ricevuto un premio personale anche il presidente delle Opere Roberto Maso (che da tanti anni porta la sua esperienza educativa e la sua testimonianza nella Federazione Italiana Pallavolo, di cui ora è presidente regionale) per il curriculum maturato come dirigente sportivo.
In risposta a una lettera inviatagli per manifestargli tutto il sostegno delle nostre Opere e per comunicargli anche un prossimo sostegno economico ai fratelli di Terra Santa, il card. Pierbattista Pizzaballa ha scritto pochi giorni fa una missiva indirizzata alla presidente della Scuola di Cultura Cattolica Francesca Meneghetti.
“La ringrazio di cuore - scrive il Patriarca di Gerusalemme - e con Lei ringrazio il Presidente delle Opere di don Didimo Mantiero, Roberto Maso, per la vostra vicinanza attraverso la preghiera, il sostegno spirituale e materiale, la partecipazione fraterna e premurosa alla tragedia di questi popoli già da tempo provati”.
“Il Signore saprà come ricompensarvi”, prosegue. “A lui chiedo di benedire la vostra missione e il vostro ‘piccolo popolo’ con l’abbondanza della Sua grazia.”
La Terra Santa è un fazzoletto di terra, ma storicamente ha sempre rivestito un’importanza strategica per la sua posizione. Ai tempi di Gesù, essendo un crocevia delle rotte di merci e persone che arrivavano dall’Africa, dall’Asia e dall’Europa rappresentava davvero il centro del mondo. Dal punto di vista religioso, inoltre, è il luogo scelto da Dio per incarnarsi ed entrare nella storia degli uomini. Non c’è solo la geopolitica, quindi, ma c’è una tradizione millenaria nella quale le vicende dei popoli si sono intrecciate e stratificate. Da queste considerazioni è partito don Stefano Vuaran durante l’incontro “Terra Santa: i luoghi di Cristo tra storia e attualità” tenutosi lunedì 16 ottobre presso l’hotel Palladio e organizzato dalla Scuola di Cultura Cattolica.
Specializzato in Scienza Bibliche e Archeologia presso lo Studium Biblicum Franciscanum di Gerusalemme, don Vuaran ha ricordato che ci sono stati diversi momenti nella storia di questi luoghi in cui hanno regnato la tolleranza e il rispetto reciproco, come ad esempio durante il primo periodo arabo (dal 636 al 1099 circa) al termine del quale iniziano a verificarsi lotte e conflitti che porteranno alla distruzione del Santo Sepolcro, all’inizio delle Crociate – che infatti nascono come movimento di liberazione dei luoghi santi –, all’inizio della missione francescana nel 1217. Da quel momento la presenza dei frati si è consolidata progressivamente fino all’istituzione della Custodia di Terra Santa a metà del XIV secolo.
Oltre alle necessarie premesse storiche, ha aggiunto, è determinante avere presente come si sono radicati nel tempo i tre diversi livelli di identità che oggi caratterizzano le genti che popolano la Terra Santa: c’è un primo livello in base al quale le popolazioni si distinguono “in base all’appartenenza etnica” dividendosi in ebrei e arabi, un secondo livello di nazionalità data dal passaporto e in questo caso si parla di israeliani e palestinesi, e un ultimo livello religioso in base al quale convivono nello stesso lembo di terra le tre grandi religioni ebraica, musulmana e cristiana. Un contesto estremamente articolato che ha avuto un momento di svolta con il Piano di partizione della Palestina di fine 1947 (approvato con la famosa risoluzione ONU del 1948) che prevedeva la creazione dello Stato di Israele e dello Stato di Palestina, “ma in realtà nasce solo il primo”, dando inizio a una serie di rivendicazioni sfociate nei decenni in momenti di fortissime tensioni che hanno anche avuto dei momenti di relativa tregua, ma purtroppo “la guerra attuale ha precluso la possibilità di una pace a breve termine. La speranza è che gli uomini di buona volontà si rendano conto che i tentativi di male come gli attacchi terroristici restano senza frutto e generano solo altro male”. Senz’altro quello di sabato 7 ottobre, ha commentato don Vuaran, “rappresenta un attacco terroristico in pieno stile Al Qaeda” ma se c’è una speranza di vera pace essa passa non per attacchi e rappresaglie, ma per un’educazione: “Lo stesso card. Pizzaballa ripete che la pace inizia dalle scuole” e da un percorso nel quale i due popoli in guerra imparino a tollerare la presenza dell’altro senza delegittimarsi a vicenda e smettendo di crescere le nuove generazioni nell’odio per il vicino.Il Premio Internazionale Cultura Cattolica per il 2023 andrà a mons. Pierbattista Pizzaballa. Nominato amministratore apostolico di Gerusalemme nel 2016, nel 2020 mons. Pizzaballa è stato elevato a patriarca e – notizia di pochi giorni fa – durante il Concistoro che si terrà il prossimo 30 settembre, Papa Francesco lo creerà cardinale, stabilendo così un primato: è la prima volta, infatti, che a un patriarca latino di Gerusalemme viene conferita la porpora cardinalizia.
In questi tempi in cui il mondo è ferito dai conflitti, la Giuria del Premio ha voluto dare un segnale e “all'unanimità ha scelto un uomo di pace”, è il commento della presidente della Scuola di Cultura Cattolica Francesca Meneghetti. È una decisione “che ha molto da insegnarci sulla missione del cristiano oggi: come francescano in Terrasanta, mons. Pizzaballa testimonia una presenza che fa la differenza, anche e soprattutto a livello culturale. Gerusalemme custodisce le origini della storia cristiana, un luogo fondamentale”.
Inoltre, prosegue Meneghetti, “la notizia della scelta di mons. Pizzaballa come futuro cardinale da parte di papa Francesco ci onora ancora di più della sua presenza a Bassano; si tratta, in un certo senso, di una conferma da Roma della bontà della nostra scelta. Sarà molto significativo per noi incontrare un vero testimone della missione evangelizzatrice della Chiesa”.
La Giuria che ogni anno assegna il Premio è presieduta dal prof. Lorenzo Ornaghi, già rettore dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano e Ministro per i Beni Culturali, ed è composta dalla scrittrice Antonia Arslan, dal prof. Sergio Belardinelli, dall’avv. Gabriele Alessio, dal prof. Onorato Grassi, dallo scrittore Vittorio Messori e dal dott. Alfredo Mantovano, Consigliere della Corte di Cassazione, oggi Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri.
La cerimonia di premiazione si terrà nella serata di venerdì 3 novembre 2023 alle ore 20:30 presso il Teatro Remondini.